FINALMENTE UNA CANDY PIU’ UMANA....
Oggi vi lasciamo qualche passaggio che ci regala il personaggio di Candy sotto una luce un po’ diversa da quella a cui siamo abituati e che lo rende più umano e ancor più bello perché ci racconta finalmente la fragilità di una ragazza innamorata.
La sofferenza di Candy nella lettera di Annie è palpabile... la nostra solare ragazza sembra un uccellino smarrito, ha gli occhi spenti e non mangia più. Questa è la Candy che si ritroverà poi a Rocktown. Nella lettera, infatti, Annie dice che i giornali parlano del fatto che la recitazione di Terence è pessima e perderà presto il suo posto nella compagnia; Annie scrive anche che sa perfettamente perché la sua amica sta male e non è perché è preoccupata per il signor Albert. Candy ammette di crollare in lacrime ogni volta che ripensa a Terence.
Il romanzo finale ci regala di fatto una Candy molto più umana di quella a cui eravamo abituati. “Lì ho preso la mia decisione!” dice la ragazza parlando della separazione a New York. Certo a caldo sembrava facile, ma non lo è stato affatto... infatti quella frase poi diventa “la notte in cui siamo stati strappati l’uno all’altra”...
Quel PS “io ero innamorata di te” che troviamo nella lettera di Candy mai spedita fa il paio con quel “avrei voluto urlare che anch’io lo amavo” della separazione, su quella maledetta terrazza.
Candy prende la sua decisione a caldo, si rende conto delle difficoltà di Terry e lo aiuta, gli dà la spinta. Lo fa unicamente per lui, non per Susanna. Nel romanzo questo è detto molto chiaramente, al contrario degli scritti precedenti; Candy non riesce a reggere lo sguardo pieno di dolore di Terence, non sopporta che possa soffrire in quel modo.
Dopo la separazione deve, però, convivere con la sofferenza, come racconta bene Annie nella sua lettera.
La Candy degli anni 30 ci dice che, quando si ama follemente, il cuore non resta totalmente limpido. Insomma: luci ed ombre.
Il richiamo è a Susanna, ma anche a se stessa: gelosia, rancore… anche odio o invidia.
Invidia! Susanna ha il SUO Terry, l’unico che lei abbia amato in maniera passionale. Ce lo racconta, no, Nagita? Già al collegio Candy comprende di essere cambiata. Sta diventando donna, l’amore ha molte forme e il suo, per Terry, è così diverso rispetto a quello per Anthony!
Per questo Nagita usa la metafora dell’albicocca dal sapore agrodolce. Quando pensa a Terence, Candy non può fare a meno di amarlo, ma il suo amore è anche frustrazione e desiderio inappagato.
Sul palco di Rocktown Candy vede, per la prima volta, il VERO dolore di Terry.
Sa o ha paura di esserne stata l’artefice, per questo si chiede se sia servito lasciarsi, rinunciare al loro amore.
Candy scappa, non appena intravede una possibilità per Terry. Non può permettersi di prendere atto totalmente di quel dramma.
Ha tanta paura di rimanere…
Immaginate se Candy lo avesse soccorso e poi Terence comunque poi avesse deciso di tornare da Susanna! Candy poteva escludere questa possibilità? Certamente no.
Probabilmente lei stessa lo avrebbe rimandato da Susanna…
Ce la fa una donna, tanto più nelle condizioni in cui si trova lei, a ricominciare dopo? Dopo una seconda separazione?
La sua fragilità in quel momento le fa scegliere di andarsene, nella speranza che Terence si sia ripreso davvero.
Sempre nella lettera di Candy mai spedita, Susanna è meravigliosa, è Terence che l’ha scelta...
Ma non era stata Candy a dire “ho preso la mia decisione?”
Come si può vedere, a freddo i punti di vista sono evidentemente diversi, ed è normale e umano che sia così!
Questa è la lettera in cui Candy cerca di farsene una ragione e allora è molto più semplice pensare che Terry abbia scelto Susanna, la meravigliosa...
Quante volte Candy a freddo avrà pensato: ma perché non mi ha fermata su quelle scale?
E cosa avrà pensato di Susanna in quei momenti? Che era meravigliosa?
E questa è la Candy umana...
Quante volte si sarà interrogata poi sul l’aver fatto la cosa giusta a lasciarlo solo a Rocktown?
Peraltro questo dà la possibilità a Terence di diventare un grande eroe romantico. Se lei si fosse fermata da lui e lo avesse soccorso, lui si sarebbe solo vergognato di se stesso... Invece ha bisogno di riconquistare da solo la sua onorabilità per essere all’altezza e ce la fa in pieno.
Le parole di Candy nella lettera ad Eleanor, quella in cui rifiuta l’invito dell’attrice... “avrei voluto chiedergli a cosa fosse servita quella notte in cui siamo stati strappati l’uno all’altra”.... sono angoscianti; la sofferenza si sente ancora tutta.
Lo sta forse dicendo a se stessa? A cosa è servita la grande rinuncia che abbiamo fatto se adesso stai così male? Può nascondere il dubbio di aver fatto la cosa giusta? La paura di scoprire di aver sbagliato tutto? La lettera di Eleanor le conferma che Terence ha ripreso in mano la sua vita, però lei cerca di evitare i giornali per non avere notizie di lui.
E perché Candy evita di leggere i giornali? Sa che Terence è un grande attore e quindi? Che cosa cerca di evitare?
Ha paura di leggere la notizia di un certo matrimonio? Con una che è meravigliosa quando bisogna auto convincersi che è necessario andare avanti, ma che in realtà è arrivata ad odiare in alcuni momenti?
Candy in ben tre punti ricorda che Susanna rubava le sue lettere a Terence.
Credo sia comprensibile il crollo di Candy alla notizia della morte di questa ragazza, così giovane, così sfortunata, che ha amato un uomo in modo completamente sbagliato (lo dice Susanna stessa nella sua lettera a Candy), che non è stata amata (lo dice Susanna nella stessa lettera), per la quale ha provato tanti sentimenti contrastanti.
Anche il buonismo tipico in momenti di questo genere va a farsi benedire, il che è incredibile se pensiamo all’animo oltremodo gentile di Candy. Susanna è morta, ma la sua lettera non viene riletta neppure in quel momento e rimane avvolta in un alone gelido.
Dove è andata a finire la meravigliosa creatura in quel momento?
Non c’è nessuna meravigliosa Susanna.
Autore :Daffoldis
GLI AMICI DI CANDY CANDY forum https://amicicandy.forumfree.it/?t=78648907
Fan art meravigliosa di E.
Commenti
Posta un commento